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Chiesa della Resurrezione (308)


Il  progetto per la realizzazione della Chiesa della Resurrezione, in suffragio alle 308 vittime del terremoto de l'Aquila, a cui sono state idealmente dedicate altrettante sedute, è stato affidato a Enzo Eusebi di Nothing Studio. Un progetto speciale, innovativo per le modalità e per le caratteristiche intrinseche della costruzione, già propensa ad entrare nell’elite di quelle opere di architettura internazionale che segnano il passaggio di un'epoca. 
È una Chiesa in armonia con l’ambiente realizzata con una membrana tralucente in fiberglass, assolutamente nuova nel suo genere, nata per rispondere alle necessità urgenti della città che la ospita: l'Aquila. La particolarità del contesto in quanto area terremotata, ha chiaramente suggerito il sistema costruttivo, ispirato alle realizzazioni di strutture di emergenza. 

L'interesse suscitato da questa proposta di Enzo Eusebi tra gli addetti ai lavori, gli uomini di cultura e gli stessi esponenti della chiesa cattolica, è una ragione per credere che proprio da questo lavoro ripartirà la ricostruzione  architettonica della città.  

Come già accaduto in questi anni recenti per la costruzione di alcune  architetture sacre , diventate celebri in tutto il mondo, anche questa  de L’Aquila vuole erigersi  a icona di rinascita spirituale, sociale  ed economica  per le popolazioni che vivono intorno ad essa. Tra queste esperienze ci interessa ricordare la Chiesa Dio Padre Misericordioso nel quartiere a Roma periferico di  Tor Tre Teste di Richard Meier, e quella del Santo Volto di Mario Botta, realizzata a Torino in mezzo ad un parco industriale, dove solo dieci anni prima sorgeva una delle più grandi aziende metallurgiche europee.  

Insieme a questa di Enzo Eusebi, le due opere di Roma e Torino formeranno una triade straordinaria nel parco architettonico italiano,  a testimonianza di quanto la nazione abbia investito e sperimentato nella ricerca architettonica e nelle nuove potenzialità dei materiali proprio a partire dall'edificio di culto. L' interesse è ancora più grande quando si scopre che il gruppo di lavoro che ha messo a punto  questo progetto,  ha declinato la costruzione in diversi livelli di interpretazione. Uno studio dell' oggetto architettonico incentrato alla multidisciplinarietà rende possibile l'analisi della Chiesa parametrizzando già letture solo apparentemente svincolate.

Lo spazio architettonico, realizzato grazie a un apparato tecnologico originale,  dopo un' attenta valutazione, ha integrato alle funzioni liturgiche una ricerca  degli elementi  simbolici  in considerazione anche dell'astronomia e della cultura religiosa rispetto  al mistero della Resurrezione.

In passato le costruzioni architettoniche sacre erano assimilabili agli edifici astronomici. L'Aquila fu edificata non solo guardando alla pianta della città di Gerusalemme, ma anche disponendo i principali monumenti in modo da ridisegnare a terra la costellazione della stella Altair.

Le città rappresentavano segni tangibili di qualcosa di più grande che consentiva a chi le abitava di sentirsi perfettamente inseriti in uno spazio accogliente e denso di significato celeste.

Gli edifici di culto nascevano fortemente radicati al sito già a partire  dal loro orientamento spaziale rispetto al sorgere  del sole. Nella loro costruzione consideravano alcune costellazioni notturne, prese in relazione simbolica per quella costruzione e riferita a determinati giorni dell'anno. 

Colle Maggio rappresenta in questa città un modello di questa condizione culturale del sacro. Nel progetto della Chiesa della Resurrezione  si è ritenuto opportuno collegarsi  a questa antica tradizione  verificando alcune condizioni della mappatura celeste sul territorio aquilano, adattandola all’angolo dell’azimut  rispetto alla linea d’orizzonte,  del giorno di Pasqua (04/04/2010) o di Resurrezione .  

“Se l'oggettività del pensiero moderno ha irrimediabilmente smarrito la concezione del luogo come forma simbolica, ecco che il progetto Chiesa della Resurrezione vuole invece ripercorrere il senso della tradizione attraverso la scelta del sito, della collocazione, dell’orientamento utilizzando però un linguaggio attuale, sfrondato di qualsiasi stratificazione secolare”.

I criteri adottati per la definizione del volume architettonico, sono frutto di scelte fondamentali, quali la tendenza al concetto di “impatto zero” nell’uso di materiali e tecnologie adeguate, quindi anche della casa passiva, ossia della costruzione low-tech (a basso impatto tecnologico), concetto apparentemente inappropriato, considerando l’elevato valore innovativo dell’intera operazione.

L’innovazione non risiede esclusivamente nella tecnologia, ma nell’uso consono che se ne fa, infatti in questo caso sistemi costruttivi e materiali adottati realizzano uno spazio che esalta le peculiarità dell’ambiente circostante e degli elementi naturali che lo caratterizzano.

Il  progetto si realizza attraverso la codificazione delle diverse fasi costruttive:

Al ridotto impatto della fase umida o bidimensionale, in cui si realizzano le opere di fondazione e che prevede anche il recupero di macerie del terremoto, segue la fase secca o tridimensionale, in cui si istallano tutti gli elementi costituenti il volume sacro, la struttura portante in legno lamellare e il tessuto/membrana in triplo strato che permette la coibentazione e contemporaneamente il passaggio di luce naturale filtrata.

Seppur concepita per essere realizzata in un dato luogo, e in un dato momento, in linea generale, il tutto potrebbe rappresentare un modello costruttivo, replicabile all’infinito, in tutte quelle situazioni di emergenza e non.

Un attento studio è stato prestato anche ai percorsi interni ed esterni di questo spazio legittimato alla sacralità.

Questi dovranno restituire al visitatore il senso di sacralità e di emozionalità che anche una chiesa di emergenza deve sapere restituire, soprattutto se questa rappresenta le istanze di una popolazione danneggiata dal terremoto e in attesa della ricostruzione della città, dopo la fase di emergenza.