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Reset Plate


Enzo Eusebi, di Nothing Studio, in collaborazione con gli artigiani e l'Amministrazione del Comune di Castelli (in provincia di Teramo, regione Abruzzo), ripropone le antiche tecniche di artigianato artistico proprie della ceramica castellana, inserendole nel nuovo contesto della contemporaneità alla luce dei nuovi, dolorosi eventi naturali.


Ha così invitato i ceramisti di Castelli a riprodurre in una serie limitatissima un piatto del Cinquecento, che fa parte della collezione Farnese ed è oggi conservato nel museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, affinché si possa apprezzare la tradizione d'arte che il piccolo Comune abruzzese ha mantenuto alta nei secoli, nonostante le avverse condizioni storiche, aggravate dai gravi danni provocati dal recente sisma.

Il piatto è stato riprodotto fedelmente, ma non nella sua interezza, bensì tagliato da una netta cesura che ne modifica la forma e lo arricchisce di un significativo intervento di design contemporaneo.

La mutilazione del piatto, la sua “rottura”, assume infatti un elevato valore simbolico, in quanto  introduce in un reperto della tradizione un significato di reset, ovvero di ripristino di una situazione iniziale in un processo giunto al suo collasso. L'intento è chiaro: il piatto, nel momento stesso in cui si ripropone nella sua piena funzione di puro supporto alla mensa, segnala altresì, sul piano estetico e comunicativo, una situazione di drammatica frattura, che pone con urgenza il problema di un ritorno alla normalità, della ripresa di un corso storico brutalmente interrotto.

In tal modo i ceramisti castellani ed Enzo Eusebi di Nothing Studio hanno inteso richiamare l'attenzione del mondo intero su una condizione storica di elevatissimo valore culturale come quella di Castelli e della sua ceramica, che può riannodare il filo della sua antica vicenda partendo dalla attuale frattura storica, resa drammatica dal sisma, ma superabile nello sviluppo di una nuova sensibilità e creatività all'altezza dei tempi.

Il piatto rappresenta dunque un elemento di continuità e, insieme di discontinuità, e apre, nella sua duplice funzionalità di semplice oggetto d'uso e di squisito artefatto, una speranza all'intero territorio e alla sua gente.